Domanda:
Quanto sono fuorvianti per voi le etichette?
?
2011-12-29 00:09:00 UTC
Ci pensavo giusto ieri, riflettendo su me stesso e sulle persone che mi circondano. Io non ho mai esplicitato ciò che sono assegnandomi una definizione. I miei amici vedono semplicemente me, normale o bizzarro che sia, e a dire il vero non mi reputano neanche particolarmente strano, fuori dalla norma, stravagante, anticonformista. Sono uno di loro, così come dovrebbe essere.
Eppure, se mi palesassi catalogandomi sotto le etichette che mi competono sono sicuro che si sentirebbero spiazzati. Io sono un trans ftm (pur non avendo ancora intrapreso il percorso di transizione), perdipiù gay e perdipiù vegetariano. In pratica, un alieno! L'apoteosi delle stranezze, secondo il pensare comune! In una sola persona ho involontariamente raccolto alcune delle cose più bizzarre che una persona normalmente conformista potrebbe immaginare ai limiti estremi della propria fantasia. La cosa che mi fa riflettere è che invece per i miei amici io sono... normale a modo mio, ma non più bizzarro di tante altre persone. Solo qualche giorno fa, un'amica, presentandomi un suo conoscente me lo ha descritto come una persona davvero, davvero strana, al ché le ho chiesto "più strana di me?" e lei, candidamente, "ma tu non sei strana!". No, infatti, non lo sono. Io sono semplicemente io e finché non mi attribuisco delle etichette gli altri mi vedono solo per ciò che sono. Ma se invece dicessi "sono un trans ftm gay vegetariano" mi prenderebbero per un fenomeno da circo, non credete? :)
Da qui la mia riflessione sulle etichette. Quanto sono fuorvianti per voi?
Nove risposte:
anonymous
2011-12-29 00:24:53 UTC
Ahahah, beh, forse qualcuno, ma non capisco che ci sia di strano o bizzarro nell'essere vegetariana, anche io lo sono, come moltissime persone. XD Non penso esistano vegetarianofobi. O.o Ok, esistono i carnivori o mancati carnivori come una mia amica con cui discuto sempre sul cibo, ma non è che vieni discriminato per ciò che mangi...
True #Stella#
2011-12-29 11:31:56 UTC
le etichette che ci attacchiamo/attaccano sono esattamente come quelle degli indumenti..

- fastidiose ed ingombranti se sono il più possibile dettagliate, a volte servono vari pezzetti che alla fine "si aggrovigliano tutti sul fianco"

- invisibili ed essenziali se contengono solo la nostra "taglia"



insomma esistono, hanno delle determinate funzioni, detto ciò possiamo agire un po' come crediamo



e poi ci sono le etichette da eliminare che sono come quelle di intimissimi :P
Mandragora of nonexistence
2011-12-29 21:29:32 UTC
mi spiace, io sono controcorrente su questo tema.

tutta questa smania di essere normali non la riesco proprio a capire, sarà perchè io la normalità l'ho vissuta molto male.

io penso che non darsi definizioni sia semplicemente un modo per non andare a sbattere con una reazione (assolutamente immotivata per giunta) negativa degli altri.

c'è qualcosa di male ad essere trans?

immagino di no.

c'è qualcosa di male a definirsi tale?

ne dubito ancor di più.

c'è qualcosa di male nella reazione della gente?

direi di si, perchè la concezione di trans che ha, è sbagaliata.



ergo:

1. a non darsi le definizioni corrispondenti, si asseconda il fare superficiale della società e non si contribuisce a sdoganare la negatività di certi concetti.



esempio... perchè sto discorso di etichette non lo fanno i cattolici, o i musulmani, per esempio? perchè non lo si fa sulle squadre? milanisti, interisti, ecc...?



il problemaq non è nel definirsi trans, il problema sta nell'interpretazione che si fa della categoria.

non è che se io mi attribuisco una specificazione, mi sto dientificando totalmente con una categoria.

non che se dico di essere trans non sono più me stesso.

il problema è che la gente quando sente citare una categoria, non riesce a capire che si tratta solo di un aspetto da contestualizzare, ma comincia a fare un'identificazioe totale, cadendo in assolutismi improbabili, tipo (se sei FtM non pubblicherai mai una tua foto su internet -prima cavolata che mi è venuta in mente).

il problema è che l'affermazione di quella che tu chiami etichetta, non è altro che un'affermazione 8seppur parziale) di identità. sono contraria al vederla come limitante, eprchè alla fin fine, è un concetto allucinante, significa che se uno esprime una parte di sè, si sta limitando... il che è un paradosso assolutamente lesivo. un aggettivo del genere dovrebbe essere un valore aggiunto, non un limite, e se in esso si vede un limite vuol dire che ci si sta privando di qualcosa (per paradosso ci si limita così).



2.

una volta c'era un mio amico che parlava su msn con me ed ua mia amica cche gli avevo presentato quel giorno. lei non sapeva niente di lui. in privato gli chiesi se aveva intenzione di dirlo e lui rispose che era un uomo e non aveva senso etichettarsi... poi parlando raccontò dell'episodio in cui sua madre insisteva perchè lui al mare mettesse il costume da donna.

ora... immaginate la confusioe della mia amica.. avrà pensato che i genitori di lui erano pazzi.

allora accorgedosi che così non andava le spiegò (con un giro assurdo di parole) che lui era un ftm.



ora.. altre due cose, ovvero:

1. ma perchè mai bisogna limitare la propria spontaneità per non rivelare una caratteristica per non "etichettarsi"

2. perchè sto discorso del "non mi etichetto" non lo fanno mai ne gli etero ne i bio. gli etero non smettono mai un attimo di rimarcare la propria eterosessualità, e non capita mai di sentirne un che alla domanda diretta risponde "non mi etichetto", stessa cosa dei bio. a loro manco gli si chiede se sn trans perchè altrimenti si offenderebbero...

non è bello.





N.B. ho capito il senso della tua domanda, ma il mio discorso è stata una risposta un po alla visione comune sulle etichette, non solo sulla'spetto che rimarcavi. so che molti punti che ho toccato non riguardavano il tuo ragionamento, ma ho colto la palla al balzo per dire delle cose che pensavo ed ho reso la risposta più completa.





per quanto riguarda l'essere strani, io l'ho sempre considerato un'onore.

capisco che essere ftm gay e vegetariano (a proposito, complimenti per quest'ultima, tutta la mia stima) fa sentire abbastanza fuori, ma se è per questo io sono peggio di te XD

ok sono bio

m bisex, atea (anche se ultimamente sto riflettendo sulla mi spiritualità e se la ritrovo non sarà rivolta ad unaa delle religionipiù in auge -detesto i monoteismi) goth, favorevole alla coppia aperta, e le altre in questo momento nemmeno mi vengono. sai quante volte ho sentito dire che quelli come me non sanno cosa sia l'amore? vabbè.



certo il tuo modo di porti toglie un sacco di dolori... (però gli inconvenienti ci sono, tipo che ti chiamano al femminile... :( ) e su cereti aspetti è anche positivo (molto meglio farsi conoscere per quello che si è, e spiegare così cosa sia un trans, un gay, un vegetariano, che non partire sparati come faccio io XD) però bisogna distinguere bene le cose.

non è negativo essere "strani" è negativo che la gente arrivi alla conclusione senza cercare di capire ciò che non conosce.

cioè voglio dire... non sono le etichette ad essere fuorvianti, ma la testa della gente a fuorviare delle cose semplicissime solo perchè non accettano di riconoscere i propri limiti, ovvero che ci sono argomenti di cui non hanno conoscenza e sono disorientati.



e farne le spese sono gli "strani"
lùlù
2011-12-29 08:26:13 UTC
Le etichette servono solo gente per "rinchiuderti" in una determinata categoria.

Sei una ftm vegetariana? Buon per te, vivi la tua vita come sei.

Sono stato etichettato per anni come "femminuccia" e ho imparato a fregarmene.

Sii solo te stessa, non essere quello che vuole la gente (:



Baci
anonymous
2011-12-29 11:27:20 UTC
Alla domanda:



Sei Etero,Bisex o Gay?



Io rispondo:



Sono Queer



E aggiungo:



Trovo estremamente frustrante dovermi etichettare, sono semplicemente me stesso...
anonymous
2011-12-30 15:18:52 UTC
Le etichette sono semplicemente bisogni, come i capri espiatori. Vengono usate per sentirsi più tranquilli o per valutarle negativamente. In ogni caso le etichette non devono esistere. Sono soggettive poichè impossibili da combattere.
Vale
2011-12-29 22:06:03 UTC
Anche io non mi etichetto,

perchè non riesco a spiegare bene il mio essere agli altri,a comunicarlo.



L'ho fatto a volte tramite scherzi,o giochi di parole,ma penso che per un sacco di persone sono solo uno strano oggetto.



Pensano che sia una persona magari con diverse manie,blocchi mentali,chiusa,

che prova difficoltà in diversi ambiti della vita,ma ben poche persone sono riuscite a cogliere il filo di tutto ciò che in me sembra strano,che mi rende una persona diversa dalla maggior parte delle altre di genere femminile (frase tipica:non ho mai conosciuto una ragazza come te),e dargli il suo nome.



Anzi,i nomi spesso non erano carini:da poca intelligenza,a follia o altre etichette che non c'entravano il punto.



Poi chi ha capito ha capito che,al contrario,ero una persona normale,anzi forse fin troppo per la mia "situazione".



Poi c'è anche il problema dell'apparire,le persone che quando parlo e inizio a gesticolare mi guardano a bocca aperta.



Però non può durare così per sempre,e giocare agli indovinelli,

con io che dico di non sapere di che sesso sono o che sono un poco uomo e un poco donna.



In questi scherzi in realtà è nascosto molto dolore,molta paura.



Un giorno bisogna guardarsi allo specchio e darsela,quella etichetta,

e lasciare che ce la diano,sapendo che nulla ci toglierà nel nostro valore di persone.



Certo,anche a me viene da pensare:chi capirebbe?



Ma in realtà qualcuno che ha capito,sì c'è stato.

Non era tanto difficile,poi.



Vale
G.
2011-12-29 12:05:57 UTC
Allora:

1. Devo dirti che sei troppo simpatica;

2. Hai proprio ragione: quando ti presenti per quello che sei alle persone dantoti anche una definizione (nel tuo caso trans) subito tutti si allarmano come se fosse chissà che, ma qui secondo me fanno molto gioco anche gli stereotipi che ormai le persone hanno identificato come immagine dei gay e transessuali. Questa è la cosa che mi fa incazzàre di più, perché, per colpa loro, abbiamo tutto il mondo contro, mi riferisco a Cristiano Malgioglio, Solang (non so come si scriva)... Una donna che stimo particolarmente, Donna con la 'D' maiuscola è Vladimir Luxuria, lei sì che ha le palle nel senso buono del termine, ovviamente)! E' questo che contribuisce molto nell'influenza sugli altri.

3. Sono un vegetarianofobo. Ahahahahahahah, scherzo, sono proprio l'ultima persona al mondo a poter fare razzismo. Diciamo che sono a favore di tutto: ognuno deve far ciò che vuole e che lo rende più felice, a patto che non imponga ciò che fa agli altri (come fa mia zia, che ha fatto diventare tutti i suoi figli vegetariani; fortunatamente non li ha fatti diventare vegani, come lei, almeno gli ha lasciato un po' di libertà da questo punto di vista).
Nonna
2011-12-29 10:18:58 UTC
Guarisci e dammi dei nipoti.


Questo contenuto è stato originariamente pubblicato su Y! Answers, un sito di domande e risposte chiuso nel 2021.
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